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Mondiali di Varese, che avvio
Crono Under23: Malori d'oro

Il ventenne di Parma, già campione europeo di categoria, si aggiudica il primo titolo iridato in palio, dominando la prova contro il tempo

VARESE, 23 settembre 2008 - L’azzurro Adriano Malori, 20 anni, che abita a Traversetolo (Parma), ha vinto il titolo mondiale nella prova a cronometro under 23, che ha aperto la rassegna iridata di Varese 2008. Sui 33,55 km del percorso che ricalcava quello in linea di Varese 1951 con la salita del Brinzio, ha battuto di 49" il tedesco Patrick Gretsch; terzo l’australiano Cameron Meyer a 1’04. Ottimo quinto posto per l’altro italiano, Stefano Borchi, a 1’24".
LE EMOZIONI - "Penso sia il momento più bello che possa capitare a un ragazzo". Prima di salire sul podio spiega che "vincere il Mondiale in Italia è incredibile. Non ho parole. Ho capito all'intermedio sulla salita che potevo ottenere un buon risultato. Avevo paura nella parte più umida del percorso, ma stamattina ho rischiato alla partenza: ho montato un rapportone e mi son detto gioco il tutto per tutto. È stata una giornata perfetta. Vincere il Mondiale in Italia è incredibile: quando sono passato su uno strappo, ho visto tanta gente che mi incitava e mi è venuta la pelle d'oca alle gambe nonostante avessi freddo per la temperatura". Malori è un tifoso di Lance Armstrong, il re del Tour. "Lui è un grande e lo rimarrà - spiega -. Spero che questa maglia mi darà anche un po' di notorietà. Questa giornata mi cambia la vita".
I PRECEDENTI - Malori partiva con il numero 1 in quanto aveva conquistato il 3 luglio il titolo Europeo a Stresa. E’ sempre stato in testa ai rilevamenti e in questo momento è davvero il miglior specialista internazionale. Corre per la Filmop Parolin ed è il campione italiano in carica del tic-tac. L’Italia ritrova così un cronoman vero dopo tanti anni. Negli under 23, specialità che dal 1996 ha sostituito quella dei dilettanti, avevamo vinto due volte l’oro nella cronometro: Gianluca Sironi nel 1996 e Fabio Malberti nel 1997; poi un argento, Sgambelluri 1996, e due bronzi: Ortenzi 1998 e Nibali 2004.
Da segnalare che Malori ha battuto pure alcuni professionisti: negli under 23 possono correre anche i pro’, purché non facciano parte delle formazioni ProTour di prima fascia. La vittoria di Malori è un premio alla programmazione della Federazione italiana, che ha sempre privilegiato di far correre le prove under 23 a dilettanti «veri», e non ad atleti prestati dalle squadre professionistiche.
DONNE - Domani il programma prosegue con la cronometro femminile: in gara le azzurre Anna Zugno (numero 42, scatterà alle 14.02) ed Elena Berlato (numero 25, ore 14.36). Da percorrere km 25,15.
dal nostro inviato
Luca Gialanella

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siamo partito col piede giusto!



MICHELA
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Crono donne: oro americano
Longo 13ª e in lacrime

Nella prova contro il tempo femminile, vince l'americana Neben, oltre il 35° posto le azzurre Zugno e Berlato. La 50enne francese delusa: "Avevo le gambe per il podio". Domani crono pro

VARESE, 24 settembre 2008 - L’americana Amber Neben ha vinto il titolo mondiale della cronometro donne. Sui 25 chilometri del percorso, che ricordava quello su strada di Varese 1951 vinto da Ferdy Kubler, ha battuto di 7" l’austriaca Christiane Soeder e di 21" la tedesca Judith Arndt. Quinta a 25" la favoritissima, l’altra statunitense Kristin Armstrong, campionessa olimpica a Pechino. Jeannie Longo, 49 anni, eletta atleta del secolo in Francia con 840 vittorie in gara, è finita 13ª. E in lacrime: "Sono dispiaciuta e delusa, l’obiettivo era il podio, avevo le gambe per arrivarci". Amber Neben, californiana di Santa Ana, 1.60 per 48 chili, è laureata in biologia. Ha costruito la vittoria nella prima parte: sulla salita di Rasa è passata con 15" sulle avversarie e ha poi difeso il vantaggio.
LE AZZURRE - Anna Zugno è arrivata 36ª a 3’41" ed Elena Berlato 37ª a 3’55" su 43 atlete in gare. Sono molto più giovani delle rivali (Zugno ha 24 anni, Berlato 20: la vincitrice Neben ne ha 33) e sapevamo che non erano competitive in una specialità molto tecnica, che richiede investimenti e preparazione. Per loro è stata una giornata di esperienza.
I PROF - Domani la cronometro professionisti: tracciato velocissimo di 43,700 km intorno al lago di Varese. Gli azzurri sono Manuel Quinziato (n° 23, il via alle 14.10) e il campione italiano Marco Pinotti (n° 10, 14.36): possono entrare nei primi cinque. Assente lo svizzero Cancellara, il favorito è lo statunitense Levy Leipheimer, 2° alla Vuelta, che in Spagna ha conquistato entrambe le cronometro. Poi lo svedese Larsson, l’australiano Rogers e il tedesco Martin.
dal nostro inviato
Luca Gialanella
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24/09/2008 22:14
 
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A 50 piange perché non ha vinto?
Lei si poteva starsene a casa Cribbio



MICHELA
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Re:
ELIPIOVEX, 24/09/2008 22.14:

A 50 piange perché non ha vinto?
Lei si poteva starsene a casa Cribbio



E' già tanto se è arrivata! [SM=x988245]

Siccome alle olimpiadi era arrivata quarta pensava di riuscire a vincere qui...

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24/09/2008 22:54
 
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Ma che lasci spazio alle giovani! Mi sto infervorando...



MICHELA
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24/09/2008 23:04
 
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Re:
ELIPIOVEX, 24/09/2008 22.54:

Ma che lasci spazio alle giovani! Mi sto infervorando...



e poi non ci faccia pensare a come fa ad andare forte come una ventenne a 50 anni! [SM=x988221]


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24/09/2008 23:12
 
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ah sì quello è proprio un altro discorso.
Dovranno per forza mettere mano alle categorie come hanno fatto coi dilettanti. Categoria fino a under23 poi professioniste col limite d'età beninteso mentre per le escluse una categoria amatoriale.



MICHELA
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Crono, oro a Grabsch
Pinotti miglior azzurro: 13°

Il tedesco ha vinto percorrendo i 43,7 km del percorso in 52'01"60, precedendo il canadese Tuft e lo statunitense Zabriskie. Deluso Pinotti, 13°: "Il podio era nei miei sogni, avrei potuto osare di più". Domani prova in linea per gli Under 23

VARESE, 25 settembre 2008 - Il giorno più bello della sua carriera, ha detto, e non è difficile credergli. Alla fatidica età di 33 anni, Bert Grabsch si è laureato campione del mondo a cronometro. Tedesco di nascita, svizzero di residenza, 14 vittorie non memorabili (però anche una tappa della Vuelta 2007), infiniti piazzamenti, fisico compatto e testa dura da cronoman. "Il mio giorno perfetto: percorso ideale, forma ottima, velocità e rendimento costanti. In altre situazioni c’era sempre qualcuno che mi batteva, stavolta no". Lo ha aiutato l’assenza dei migliori specialisti, da Cancellara a Schumacher. "Quest’anno avrei voluto fare il Tour de France, invece sono stato dirottato al Giro dell’Austria. Ho fatto la crono dell’Olimpiade: quattordicesimo. Oggi, senza Cancellara, c’erano almeno 10 corridori in grado di vincere. Ce l’ho fatta io. Sono felice, ma non sorpreso".
SORPRESA TUFT - Chi è sorpreso, e non fa nulla per nasconderlo, è Svein Tuft: 31 anni, canadese, corre per la Symmetrics, una squadretta che disputa gare soprattutto in Canada, Stati Uniti e Sud America. Tredici vittorie, da Cuba a San Salvador, dall’Uruguay al Messico, compresi quattro titoli nazionali a cronometro. "Avevo fiducia, ma solo strada facendo mi sono sentito così brillante. Ho cominciato a tutta, ho cercato di finire a tutta". L’ha fatto. Tuft ha anche avuto un incidente meccanico: "Mi sono dovuto fermare, cambiare la ruota richiedeva troppo tempo, ho fatto scaricare la bici di scorta e ho proseguito con quella". Però la bici di scorta era da strada. "Ho avuto qualche difficoltà a tenere la posizione aerodinamica. Ma non posso dire se quel guaio mi ha fatto perdere la medaglia d’oro. Ho conquistato quella d’argento e me la godo". Il podio mondiale non gli cambierà la vita. "Mi piacciono le corse che faccio, non cerco contratti in Europa, mi va già bene così".
ZABRISKIE POINT - David Zabriskie, dei primi tre, è il più conosciuto: statunitense, è stato compagno di squadra di Lance Armstrong e Ivan Basso e adesso lo è dei fratelli Schleck e di Carlos Sastre. "È stato un anno tremendo, dalla caduta al Giro d’Italia non riuscivo più a riprendermi. Un giorno ho chiesto a Michael Barry, che ha avuto un incidente simile al mio, quanto ci volesse per recuperare. Mi ha risposto: anche un paio d’anni. Gli ultimi due giorni al Giro del Missouri ho avuto degli spasmi muscolari. Poi la situazione è migliorata. Così questo terzo posto mi soddisfa: poteva anche andare meglio, ma bisogna sapersi accontentare".
AZZURRI DELUSI - Italiani fuori dai primi 10: Marco Pinotti 13°, Manuel Quinziato 14° a neppure 3" dal suo compagno azzurro. Pinotti: "Il podio era nei miei sogni. Forse ho sottovalutato la mia condizione, avrei potuto osare mettendo un paio di denti in più nella corona: 55 invece di 53. All’inizio sono stato un po’ prudente, nella seconda parte ho recuperato". Quinziato: "Il mio primo obiettivo era non avere rimpianti. Ho dato tutto, forse addirittura troppo nella prima parte, così nella seconda, fra i -10 e i -5, ho avuto una piccola crisi. Ma non ho mollato, e mi sono ripreso. Ho margini di miglioramento. La prossima volta, facendo più lavoro specifico, andrò meglio".
DOMANI U23 - Finite le prove a cronometro, domani cominciano quelle in linea. I primi a scendere sulla strada sono gli Under 23. L’Italia schiera i due cronomen, il campione del mondo Adriano Malori e il quinto della rassegna iridata Stefano Borchi, poi Damiano Caruso, Daniel Oss, Stefano Pirazzi e Simone Ponzi. In tutto 173.3 km, partenza alle 12.15. dal nostro inviato Marco Pastonesi
dal nostro inviato
Marco Pastonesi
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L'Italia giovane non tradisce
Ponzi d'argento, ma deluso

Nella prova in linea del Mondiale di Varese, il corridore della Zalf Fior beffato dal colombiano Duarte che ha preso in contropiede il gruppetto di fuggitivi, tra cui altri due azzurri

VARESE, 26 settembre 2008 - Sperava di coronare meglio il mese eccezionale che l'ha visto vincere l'ultima tappa del Valle d'Aosta e il Giro del Canavese domenica. Ma Simone Ponzi, 21 anni ma già al 4° Mondiale, non ce l'ha fatta e si è dovuto accontentare dell'argento dietro il colombiano Duarte che ha scelto il momento giusto per piazzare la stoccata vincente ed evitare di poco la volata, dove l'azzurro era nettamente favorito. Bronzo per il tedesco John Degenkolb.
"Sono abbastanza soddisfatto per la conquista dell'argento, ma anche rammaricato per essere stato battuto solo all'ultima curva. Questo piazzamento, comunque, mi ripaga per i sacrifici che ho sostenuto". Sono state queste le prime parole del bresciano Simone Ponzi: l'azzurrino ha recuperato sul gruppetto dei fuggitivi negli ultimi chilometri e, quando già pensava allo sprint, è stato beffato negli ultimi metri. "Pazienza - ha concluso - questo fa parte del ciclismo. Negli ultimi km avevamo preparato la volata per me, Caruso e Oss erano molto stanchi dopo 150 km di fuga, ma siamo stati anticipati. Adesso passo al professionismo e lo faccio con i migliori presupposti, dall'alto di un importante piazzamento". Il campione del mondo Duarte Arevalo ha aggiunto: "Mi sono preparato a lungo per questa gara, da olte tre mesi ci lavoravo, ci tenevo a vincere e adesso sono contento".
gasport
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ha la faccia bella arrabbiata!



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Ballan, scatto Mondiale
"Siamo una grande squadra"

Il veneto della Lampre allunga ai tre chilometri dall'arrivo e conquista per distacco il Mondiale di Varese, il terzo consecutivo per gli azzurri di Ballerini. "Bettini mi ha dato spazio e si è dimostrato un grande uomo" Cunego 2° su Breschel

VARESE, 28 settembre 2008 - Alessandro Ballan ha vinto il Mondiale di Varese nel modo con cui ha ottenuto i successi più importanti della sua carriera, il Giro delle Fiandre e la classica di Amburgo. Una "sparata secca", irresistibile, a 3 chilometri dal traguardo, che ha mandato in tilt le strategie dei belgi più che degli spagnoli, travolti dalla scelta di dare spazio a Joaquin Rodriguez.
PER BETTINI - L’impresa, 40 anni dopo Imola ’68 (Adorni) e 36 dopo la doppietta francese Basso-Bitossi, è riuscita al campione di Castelfranco Veneto, che compirà 29 anni a novembre, ha avuto da poco una figlia di nome Azzurra e che quasi si scusa, con l’oro al collo, per aver strappato il sogno iridato a Bettini nel giorno della sua ultima corsa. "E’ una vittoria inaspettata, sapevo di andar forte ma siamo partiti tutti per Paolo, che ancora una volta si è dimostrato un grande uomo e un grande compagno, ha lasciato via libera a noi tre e questo è da ammirare".
CORSA DURA - L’Italia ha fatto la corsa dall’inizio alla fine. Si è presa carico di chiudere la fuga di Poos, Ochoa e Chodkha, ha animato gli attacchi cruciali: quello con Bettini e Valverde al dodicesimo giro, quelli di Rebellin e Cunego e infine l’ultimo, quello decisivo. "Avevo già visto quest’arrivo e sapevo dove si poteva attaccare. Quello era il punto che faceva più male, dove bisognava cambiare il ritmo e avere le gambe quando la strada spianava. L’obiettivo era quello di fare la gara dura, ma a un certo punto ero stremato... Ho iniziato ad attaccare quando mancavano 55 km ma le urla della gente mi spingevano a resistere, dandomi fiducia. In quei momenti ho pensato che avrei potuto piantarmi sulla rampa dell’ippodromo come era successo nella gara femminile (a Marianne Vos, ndr). Solo ai 500 metri ho visto che il vantaggio era ancora buono e ho iniziato a immaginare questa maglia su di me", ha detto Ballan, che ha dedicato al padre scomparso una decina d’anni fa il suo successo più importante.
NUOVA VITA - L’erede di Paolo Bettini lancia infine un messaggio al mondo del ciclismo, in difficoltà: "Spero d’aver dato qualcosa anch’io, qui in Italia, mi auguro che si cominci a risalire, che il doping ci lasci un po’ tranquilli. La mia vita? Cambierà un po’, sarò riconosciuto in giro, ma spero di rimanere sempre lo stesso".
CUNEGO - Il secondo posto di Damiano Cunego, anche lui della Lampre, completa una giornata memorabile per l’Italia: "Paolo ha fatto una grande carriera, dispiace tantissimo che da oggi non sia più nel gruppo. Oggi era troppo marcato e il nostro ruolo era quello di entrare nelle fughe, ma senza un riferimento preciso. Alessandro ha sfruttato l’occasione giusta. Del resto sarebbe stato il colmo perdere questo Mondiale, eravamo in tre e ci siamo comportati benissimo. E’ una giornata fenomenale. Questo argento vale molto, e ho davanti ancora tanti mondiali". Poi una stoccata alle polemiche: "Ogni anno la mia convocazione è criticata - ha detto il corridore di Cerro Veronese, preferito a Danilo Di Luca - ma le scelte di Franco sono state sempre ripagate dai risultati e anche oggi abbiamo dimostrato che noi italiani quando siamo in condizione sappiamo correre meglio di tutti".
dal nostro inviato
Antonino Morici
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