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Osaka, stanotte si parte
E la maratona vale Pechino

L'edizione n°11 del Mondiale al via con la corsa tradizionalmente programmata per il gran finale: il nostro Bourifa insegue un piazzamento che lo porti all'Olimpiade. Tra le gare più attese, la sfida sui 100 tra Gay e Powell, e l'eptathlon, con la Kluft che punta al terzo oro iridato cosecutivo

OSAKA (Giap), 24 agosto 2007 - Ci siamo. Stanotte parte l'edizione numero 11 dei Mondiali di atletica. Dopo Helsinki, Roma, Tokyo, Stoccarda, Goteborg, Atene, Siviglia, Edmonton, Parigi, ancora Helsinki, si ritorna in Giappone, ma questa volta ad Osaka. E ancora una volta, come sempre, ci saranno grandi e piccole storie, torneranno le sfide che a volte sono diventate epocali come quelle di Carl Lewis e Mike Powell nel lungo del 1991.
GAY VS. POWELL - E la sfida numero uno di quest'anno è quella tra Tyson Gay e Asafa Powell sui 100 metri. L'americano ha già annunciato che per batterlo si deve correre sotto i 9'80'', cosa che significa record del mondo o andarci molto vicino. Asafa Powell, più discretamente, non ha fatto proclami, ma è facile pensare che anche lui pensi di fare grandi numeri su questa pista che, a detta di tutti, è molto veloce. I due stanotte (ora italiana) iniziano l'avventura che dovrebbe portarli alla sfida finale alle 22.20 (le 15.20 in Italia) di domenica. Ma quella dei 100 non sarà che la settima medaglia d'oro assegnata in questi mondiali.
MARATONA "MONCA" - Per una volta, la prima giornata avrà un nuovo argomento di interesse: la maratona maschile. Stasera a mezzanotte la maratona aprirà la caccia ai 47 titoli in palio. Una 42,195 km priva di molti elementi di valore, dal campione olimpico Stefano Baldini a Tergat, Gebrselassie e Lel, e notizia dell'ultim'ora, anche del marocchino Jaouad Gharib, campione del mondo delle ultime due edizioni. La sfida è piuttosto dura e i favoriti dovrebbero essere l'altro marocchino Goumri e il qatarino Shami. Ma come sempre la maratona può riservare sorprese. L'unico azzurroal via, Migidio Bourifa, per cominciare, ha deciso di rimanere sul fuso orario italiano (in Giappone il via sarà alle 7 del mattino): "Così è come correre in una maratona notturna – dice Bourifa -. Nel passato ero già venuto in Asia e non mi sono mai adattato agli orari. Allora adesso ho deciso di provare così: in pratica mi sveglio sempre di notte verso le 2/3 che è poi l'ora in cui ci si deve alzare per correre alle 7 del mattino". Bourifa appare tranquillo anche perché tranquillo è il suo obiettivo minimo. La Federazione, poi, per assicurarsi la sua presenza al mondiale dopo che gli altri azzurri avevano tutti dato forfait, gli ha promesso la maglia olimpica in caso arrivi nei primi 12. Un risultato alla portata del 38enne che spiega: "Il consiglio federale ha deciso che se arriverò fra i primi 12 andrò ai Giochi di Pechino, naturalmente a patto che ottenga il minimo. Ma è chiaro che io non mi accontenterò. Alla maglia azzurra ci tengo e vorrei arrivare il più avanti possibile. E' da dopo la maratona di Roma che preparo questo mondiale e mi sento pronto". Bourifa è il solo azzurro presente nella maratona mondiale e quasi dispiace vedere che, per convincerlo a non chiamarsi fuori anche lui, si debba fare una promessa "olimpica" per una dodicesima posizione che non sarebbe un gran risultato. Soprattutto quando si pensa che solo pochi anni fa (era il 1999/2000) c'era stata baruffa per la convocazione olimpica con Stefano Baldini, Giacomo Leone e Danilo Goffi (poi è rimasto lui a casa) che protestavano perché per Modica c'era stata la convocazione d’ufficio grazie al secondo posto dei mondiali di Siviglia ’99. Considerando che un posto a Pechino è del campione olimpico in carica, Baldini, con un 12° posto Bourifa si guadagnerebbe una convocazione olimpica ai danni forse di uno che l'anno prossimo dimostrerà di essere più forte di lui. Sta quindi a Bourifa stesso, stanotte, far vedere di meritarsi in pieno le convocazioni con un risultato degno di nota.
LE ALTRE GARE - La prima giornata accende inoltre i fari sulla svedese Carolina Klüft, a caccia del terzo mondiale di fila nell'eptathlon. Sulla pedana del peso le azzurre Chiara Rosa e Assunta Legnante dovranno vedersela per un podio contro le favorite Ostapchuk (Rus), Vili (Nzl) e Lammert (Ger) - le sole tre che quest’anno abbiano lanciato sopra i 20 metri - con la neozelandese che sembra essere in forma migliore e più regolare. Si saprà anche chi sarà il nuovo campione del mondo di marcia e se l'Italia sarà ancora una volta sul podio di quella specialità. E domani anche chi sarà il migliore nel lancio del peso, tra gli americani Hoffa, Taylor o Nelson, oppure se l'avrà spuntata un altro tra cui il danese Olsen e lo slovacco Konopka (i due in forma migliore). E se il mezzofondo femminile confermerà nuovamente lo strapotere etiope con la finale dei 10.000 metri.
Francesco Liello



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Gay vince il primo duello
Al keniano Kibet la maratona

L'americano è il più veloce nelle qualificazioni dei 100 (10"19), ma Powell impressiona per la facilità di corsa. Bene anche gli azzurri Collio e La Mastra. Nella 42 km trionfo il Kenia torna al successo mondiale dopo 20 anni; ritirato Bourifa. In semifinale anche Obrist sui 1500

OSAKA (Giappone), 25 agosto 2007 - La prima giornata del mondiale è soprattutto la sfida Gay-Powell sui 100. E se l’atletica fosse come la boxe, assegnata ai punti il primo punto sarebbe tutto a favore del giamaicano detentore del primato del mondo. Ma intanto la prima medaglia d’oro è andata al Kenya con la vittoria di Luke Kibet in una maratona non certo memorabile, che il bergamasco Bourifa ha dovuto abbandonare al 24° km. Bene i due azzurri sui 100 e Obrist sui 1500. Fuori invece Elena Romagnoli nei 3000 siepi. Tra poche ore i quarti di finale in cui si vedranno anche Collio e La Mastra e che assegnerà il secondo punto della sfida tra titani.
MARATONA - La lotta per i due gradini più bassi del podio è l’unica cosa da ricordare di questa maratona mondiale corsa in condizioni meteo non proprio favorevoli per caldo e umidità. Comunque alla fine onore al vincitore, il keniano Luke Kibet, 24 anni, che ha corso molto regolarmente finendo in 2.15’59” e ha riportato la bandiera del suo Paese sul pennone più alto a 20 anni dall'ultimo trionfo nella maratona iridata di Douglas Wakihuri. Un tempo che la dice lunga sulla qualità della corsa. Lo stesso Kibet, che in carriera ha vinto le maratone di Nashville 2004, Taipei 2005 e 2006 e Vienna 2007, ha un personale di 2h08'52". Ad emozionare ci sono stati solo gli ultimi chilometri del gruppo di inseguitori che si è dato battaglia per le medaglie d’argento e di bronzo. Alla fine è riuscito a spuntarla e mantenere posizione il qatariano Mubarak Hassan Shami (ex keniano) e lo svizzero Viktor Röthlin, che dopo il secondo posto europeo lo scorso anno dietro Baldini, ora si è confermbato ocn il bronzo mondiale. A vincere sono state quindi le condizioni atmosferiche, caldo afoso, che alla fine hanno dato ragione a tutti quelli che alla vigilia aveva deciso di rinunciare. Condizioni che poi non hanno neanche permesso all’azzurro Migidio Bourifa di completare i 42,195 km. Aria troppo calda e umida che lo hanno fermato: “Ero intorno al 23° km e ho sentito quest’aria calda che non mi permetteva di respirare – dice dopo la gara – ho provato a insistere per un po’ ma proprio non riuscivo ad andare avanti”.
100 METRI - Gay è stato il più veloce (10”19 con vento a favore di 1m/sec contro o 10”34 di Powell con vento superiore) ma Powell ha impressionato per la facilità con cui ha gareggiato. Appena partito si è rilassato, mentre Gay è sembrato molto più contratto. Ma non era che il primo turno e già tra qualche ora, nei quarti, si vedrà il secondo round. Secondo round che hanno ottenuto anche i due azzurri Simone Collio e Rosario La Mastra (10”27 e suo personale) entrambi nei primi 4. Un ottimo risultato che potrà essere confermato nei quarti, soprattutto da Collio che è apparso in buona forma: “Sto bene e avevo anche il vento contro. E pensare che nelle batterie precedenti alla mia avevano un vento a favore di 1 metro. Comunque questa pista è davvero straordinaria, ho passeggiato per fare 10”22. Penso che in finale se ne vedranno delle belle”. Una finale che con l’eliminazione di alcuni protagonisti (soprattutto la sorprendente squalifica, per falsa partenza, di un esperto come Francio Obwikelu) potrebbe anche essere alla portata dell’azzurro. Raggiante l’altro azzurro La Mastra: “Esordire al mondiale con il personale…non si può chiedere di più. Sono davvero soddisfatto. Nei quarti vedremo come va”.
1500 UOMINI - Qualificato per le semifinali dei 1500 metri anche Christian Obrist che ha condotto una gara intelligente: “L’allenatore mi aveva detto di cercare la qualificazione diretta senza pensare ai tempi di ripescaggio e questo ho fatto”. Obrist poi racconta un particolare curioso e ancora più sentito per un personaggio come lui, di Bressanone: “Al campo di riscaldamento hanno messo la bandiera nera che significa che gli atleti non devono stare al sole. E’ il massimo in fatto di pericolosità per caldo e umido”. Il termometro infatti segnava i 38°. Nessuna sorpresa per gli altri qualificati dei 1500 con i favoriti Baala, Ramzi, Webb, Lagat e i keniani tutti andati avanti.
PESO UOMINI - Qualche sorpresa invece dal lancio del peso che vedrà la sua finale alle 13.40 in Italia: già eliminati l’americano Taylor, lo slovacco Konopka e lo spagnolo Martinez. Nelson, Smith Olsen, Hoffa, Bartels, il nome del vincitore dovrebbe uscirà da questo lotto.
EPTATHLON E 3000 SIEPI - In campo femminile è cominciata la corsa al terzo oro mondiale consecutivo per Carolina Klüft, già solida in testa dopo 2 prove. Mentre nei 3000 siepi, specialità ancora nuova, tutte le migliori hanno ottenuto il passaggio alla finale. Tra queste non c’è però l’azzurra Elena Romagnolo che ha concluso la gara in 9’50”79.
Francesco Liello



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Gay-Powell avanti tutta
Klüft show nell'eptathlon

I quarti di finale dei 100 metri vedono i due favoriti andare sul velluto, la svedese entusiasma nella prima giornata delle prove multiple: Ori per Hoffa (Usa) nel peso e Dibaba (Etiopia) nei 10.000 donne

OSAKA (Giappone), 25 agosto 2007 - Le tre finali della prima giornata dei Mondiali hanno assegnato medaglie a Stati Uniti (3, una per ogni metallo), Kenya (1 oro), Etiopia (1 oro), Turchia e Qatar (1 argento), Svizzera e Bielorussia (1 bronzo). Qualche sorpresa, particolarmente i 3 bronzi di Röthlin in maratona, Mikhnevich nel peso e la statunitense Goucher nei 10.000. Rispecchiati invece i valori per le altre medaglie e, dopo la maratona della mattina, in serata è stato il turno del peso maschile con gli americani che ancora una volta l’hanno fatta da padroni e il favorito Reese Hoffa, confermare di essere oggi il migliore. Poi è arrivato l’oro per Tirunesh Dibaba nei 10.000 che conferma lo strapotere etiope nel mezzofondo femminile. Intanto la sfida sui 100 continua e nella serata di domani (l’ora di pranzo in Italia con le semifinali alle 13.10 e la finale alle 15.20) si vedrà chi tra Gay e Powell avrà la meglio, sempre che non arrivi il terzo incomodo.
PESO – Il lancio del peso ha confermato le previsioni della vigilia con la doppietta statunitensea Hoffa-Nelson. Reese Hoffa ha finalmente ottenuto un successo importante nella carriera battendo proprio il campione del mondo uscente. Adam Nelson dal canto suo conferma di essere tra i migliori pesisti della storia ottenendo ancora una medaglia (sempre sul podio da Sydney 2000) importante. Comunque Hoffa con una serie di lanci molto buona (già con 21.81 al primo sarebbe stato oro, poi 21.64, 22.04, nullo, 21.91 e 21.58) non ha avuto rivali per il titolo. Terzo il bielorusso Andrei Mikhnevich.
10.000 METRI DONNE – Tirunesh Dibaba si prende il suo quarto titolo mondiale (nei 5000 a Parigi 2003 e doppietta 5000-10.000 a Helsinki 2005) con grande carattere e spettacolarità. Sembrava scritto un dominio etiope, ma una caduta poco dopo metà gara ha sconvolto i piani: coinvolte nella caduta sia Dibaba sia una delle altre favorite Mestawat Tufa. A rimetterci di più è stata la Tufa che ha perso una scarpa e anche molto tempo per ricalzarla. La campionessa del mondo invece si è messa subito alla rincorsa delle avversarie e grazie al ritmo lento, a causa del caldo, è riuscita a conservare le giuste energie per il rush finale dove ha superato la turca Abyelegesse.
100 METRI - Dopo il primo round andato cronometricamente a Tyson Gay, ma per sicurezza dimostrata in gara a Powell, i quarti hanno dato a Asafa Powell anche il vantaggio crono con 10”01, mentre Gay si è fermato a 10”06. Nonostante nel secondo turno Powell sia stato migliore di Gay bisogna vedere quante energia mentali stia sprecando. D’altronde sono diversi anni che Powell è al top nella velocità e non solo non ha ancora vinto un oro mondiale o olimpico (5° a Atene), ma non ha neanche mai avvicinato un podio. Nei quarti Gay è sembrato più rilassato, ma non è detto che non possa arrivare il famoso terzo che gode tra i due litiganti. Lo smacco più grosso per Powell sarebbe che se dovesse avere la meglio suo cugino di secondo grado, Derrick Atkins, che corre per le Bahamas. Presto si saprà.
SPRINT AZZURRO - Fuori invece i due azzurri e se da un lato già essere nei quarti per Rosario La Mastra è un risultato valido, non altrettanto si può dire per Simone Collio. Con un risultato simile a quello corso in batteria (10”22 contro 1 metro di vento) avrebbe tranquillamente strappato il biglietto per la semifinale. Invece ha chiuso in 10"31 e a fine gara si è lamentato per il controllo antidoping a cui lo hanno sottoposto dopo la gara della mattina. Non è però la prima volta che un controllo antidoping avviene alla fine di una gara visto e se si vuole essere all’altezza, non ci si deve far battere da una "utile" perdita di tempo.
EPTATHLON – Dopo le 4 gare della prima giornata, Carolina Klüft viaggia spedita verso il suo terzo oro mondiale consecutivo (Edmonton 2001, Parigi 2003 e Helsinki 2005; a cui vanno aggiunti i titoli olimpici – Atene 2004 – ed europei – Monaco 2002 e Goteborg 2006). La fuoriclasse svedese ha chiuso le prime quattro prove con 4162 punti, 18 in più ddella rassegna iridata del 2003 quando superò la barriera dei 7000.
800 DONNE E 400 HS UOMINI – Due gare che hanno visto gli azzurri passare il turno. Negli 800 Elisa Cusma ha fermato il cronometro a 2’00”54, facendo una bella gara in una batteria molto veloce. Stesso discorso per Gianni Carabelli sui 400 ostacoli. Il carabiniere lombardo, con 49”81, si è qualificato grazie al terzo posto nella sua batteria. Migliore delle batterie un restaurato Felix Sanchez, che ha avuto la meglio sul favorito campione del mondo Bershawn Jackson, ma semifinale (sia per Carabelli che Sanchez) e finale saranno una storia diversa.
TRIPLO E MARTELLO – In queste due prove sono andati male due degli azzurri più esperti. Molto deludente Fabrizio Donato che ha saltato solo 16.20 ed è 32° nella somma tra i due gruppi di qualificazione. Nicola Vizzoni, lanciando il martello a 73.64, è arrivato a poco più di un metro dall’ultimo dei qualificati e sedicesimo in assoluto. Per il titolo di campione del mondo, in entrambe le specialità, sembrano affacciarsi nomi nuovi.
Francesco Liello



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Atletica: Mondiali, oro per Perez nella 20 km di marcia
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OSAKA - L'ecuadoriano Jefferson Perez ha vinto la medaglia d'oro nella 20 km di marcia ai Mondiali di atletica di Osaka, in Giappone. Medaglia d'argento allo spagnolo Francisco Fernandez, prima squalificato e poi riammesso in graduatoria. Bronzo al tunisino Hatem Ghoula. Quinto posto per l'azzurro Giorgio Rubino mentre Alex Schwazer e' decimo. Squalificato Ivano Brugnetti al 15 km quando era secondo. (Agr)




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Brugnetti va troppo forte
Perez nella storia col terzo oro

L'olimpionico si aggiudica per la terza consecutiva il titolo mondiale della 20 km, l'olimpionico azzurro a lungo in testa da solo viene poi squalificato dopo tre cartellini. Ottimo 5° il giovanissimo Rubino, buone indicazioni per Schwazer in vista della 50 km

OSAKA (Giap), 26 agosto 2007 - Una medaglia buttata al vento, questa il sunto della prova di Ivano Brugnetti che in gara ha dimostrato di avere una forma senza precedenti. Ma nella marcia, andar troppo forte significa anche mettersi più a rischio di ammonizioni e squalifiche. E così è andata. La vittoria è andata quindi per la terza voolta all’ecuadoregno Jefferson Perez, l’argento allo spagnolo Fernandez protagonista di un sorpasso in volata all'arrivo sul tunisino Ghoula, prima giudicato irregolare e perciò da squalifica, mentre poi rivalutato dopo un ricorso. Alla fine quindi lo spagnolo ha potuto mettersi al collo il suo argento . Ottimo 5° posto per il giovanissimo Giorgio Rubino mentre Alex Schwazer, 10°, in gara solo come prova di avvicinamento verso la 50km ha dimostrato anche di essere in forma eccellente e di poter sperare per la prova di venerdì notte. Il resto della mattina ha visto le azzurre Chiara Rosa e Assunta Legnante tentare l’ingresso in finale. Obiettivo raggiunto solo dalla prima.
MARCIA 20KM – Era il più in forma, lo stesso vincitore l'ecuadoriano Jefferson Perez, al terzo oro mondiale, ha ammesso che se non era per la squalifica difficilmente Ivano Brugnetti sarebbe stato battuto. Anche l’allenatore del campione olimpico, Antonio La Torre, ammette che Brugnetti era in condizione fisica eccellente: “Rispetto ad Atene, Ivano marciava molto meglio, diciamo con 500 metri di vantaggio. Questa squalifica però penso che mentalmente possa essere molto dannosa”. E La Torre infatti non discute, come sempre per la sua grande correttezza, la decisione dei giudici, ma il comportamento in gara del suo atleta: “Io gli dicevo di stare più calmo, quando all’inizio è partito in testa. Ma lui lucidamente mi ha sempre risposto che si sentiva benissimo e quel ritmo se lo sentiva in pieno. Solo che quando marci da solo sei molto più esposto al giudizio. Mentre quando sei in gruppo è più facile ‘nascondersi’. E anche quando Perez lo ha raggiunto e superato, ho detto a Ivano di non rimanergli dietro e di lasciarlo andare. Lo avrebbe recuperato poi. Solo che in gara è difficile diminuire tanto il ritmo e, anche se ci ha provato, poi mi ha ammesso che erano gli avversari a non riuscire ad andare più veloce di lui”. Forse una gara più accorta per Brugnetti sarebbe stata più saggia. Restare nel gruppo di testa insieme agli altri avrebbe agevolato la sua gara e, al momento che la gara si sarebbe decisa, verso il 14° km, avrebbe avuto ancora energie per andarsene da solo e gestire anche le ammonizioni. Invece, dopo poco più di 1 ora di gara, quando avevano appena passato il 15° km, è stato fermato dal Presidente di giuria, l’inglese Marlowe. Brugnetti era come una Ferrari in autostrada. Macchina con cui è facile andare veloce, ma il rischio di prendere una multa poi è molto alto. E perdendo i punti si finisce per perdere anche la patente. A Brugnetti è stata tolta la patente. Brugnetti, poi a caldo ha preferito non commentare la gara. Forse meglio che si immagini il sorriso della figlia Vittoria per ritrovare energie e serenità in vista della difesa della difesa del titolo olimpico. Felicità invece per Giorgio Rubino, ottimo quinto all’arrivo: “Si certo il rammarico di vedere il terzo posto a 3 soli secondi c’è. Ogni atleta vorrebbe la medaglia. Però finire quarto al primo mondiale mi lascia ampiamente soddisfatto. Ero qui pensando di entrare nei primi 12, quindi non posso chiedere di più”. Forse un po’ di rammarico invece per Alex Schwazer, come ammette il suo tecnico Sandro Damilano: “Col senno di poi è troppo facile parlare, però se si preparava la 20, adesso saremmo qui a festeggiare una medaglia”. Una medaglia che però sembra possibile nella 50km di venerdì notte visto che Schwazer, decimo, è sembrato lucido, tranquillo e in buona forma: “Io mi sento bene – dice Schwazer – ma certo nella 50km si vedranno tanti ‘morti’. Basta vedere cosa è successo nella 20 di oggi. Io però mi sento fiducioso”.
PESO – Con 18.77 metri del primo lancio, Chiara Rosa si è subito guadagnata la finale serale (ore 12.45 in Italia). In finale con lei tutte le migliori con la neozelandese Valeri Vili che si presenta come atleta da battere. Ma sembra che Chiara Rosa possa sperare in un buon risultato. Meno fortunata invece Assunta Legnante che con un lancio a 18.19 è stata la prima delle non qualificate in finale. 5 centimetri in più sarebbero bastati per entrare in finale e tener fuori una delle principali candidate alla vittoria, nonché campionessa del mondo in carica, la bielorussa Ostapchuk. Da tenere d’occhio in finale, anche le cinesi Li Meiju e Li Ling.
400 METRI – Con il personale stagionale di 52”02, Daniela Reina, si è presa un posto nelle semifinali di domani. Ottima prova, in quinta batteria che mediamente è stata la più veloce. Reina ha saputo agganciarsi al treno della britannica Ohuruogu e della bielorussa Usovich.
100 METRI – Nessuna sorpresa sui 100 femminili. Tutte le migliori hanno superato il primo turno con l’americana Jeter migliore in 11”07, seguita dalla belga Gevaerts (11”09) nella prima delle 7 batterie. Avanti anche tutte le altre americane (al contrario degli uomini) e la francese Arron.
3000 SIEPI – Ritmi molto lenti dettati dal caldo. Come sempre andati in finale keniani, ex keniani ora medio-orientali e maghrebini, che siano del Marocco o di Francia. Eliseo Martin e Josè Luis Blanco, spagnoli, le uniche due mosche bianche.
Francesco Liello



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A Gay il duello sui 100
Alla Kluft oro con record

L'americano si aggiudica la sfida più veloce e si aggiudica l'oro in 9"85 davanti al bahamense Atkins, solo terzo Powell (9"96). Alla svedese il terzo oro nell'eptathlon con nuovo record europeo di punti (7032). Nella finale del peso donne, vinta dalla neozelandese Vili, solo 8ª l'azzurra con un lancio da 18.39

OSAKA (Giap), 26 agosto 2007 - And the winner is... con i calzoncini blu e la maglia bianca, l’americano Tyson Gay in 9"85. E’ stato questo il responso della sfida più attesa. Sfida che però ha deluso chi si aspettava i fuochi d’artificio con un Asafa Powell davvero spento (9"96). Nell’eptathlon Carolina Klüft va ancora una volta sopra i 7000 e timbra il record europeo con 7032. Il record del mondo per lei si avvicina.
100 METRI – E’ stata tutto una questione di testa. Il fisico ancora una volta nella finale dei 100 ha avuto un ruolo minore. Non ci sono dubbi che si trattava della sfida delle sfide tra gli uomini più veloci del mondo, alla fine ha prevalso quello che aveva meno paura. Lo si vedeva nello sguardo alla partenza. Deciso e quasi da “killer” quello di Gay, più spaurito quello di Powell. E tutto si è risolto in quel momento. La partenza, piuttosto buona per entrambi è stata solo una scusa per Powell: “Ho inciampato appena partito” mentre è chiaro che era subito in testa. Una giustificazione forse per giustificare la paura che non gli ha nemmeno permesso di finire al secondo posto. Mentre il suo avversario diretto ha vinto da campione in 9”85, un tempo degno della Storia dello sprint americano. A rovinare la festa di Powell ci si è messo anche il cugino Atkins (9"91) che sul filo di lana gli ha anche tolto l’argento. Non c'è nulla da fare: Asafa ha un talento mostruoso, ma la tenuta nelle manifestazioni che prevedono quattro turni di gare è ancora un grosso problema.
Gay a fine giugno aveva fatto cose grandiose ai Trials statunitensi: doppietta 100-200 con tempi straordinari (9"84 e 19"62), per di più ottenuti con vento contrario. L'uscita di scena di Justin Gatlin per le note vicende di doping sembrava rappresentare una tremenda mazzata per gli Stati Uniti. E invece, problemi di immagine a parte, l'addio dello sprinter di Brooklyn sembra essere stato ammortizzato più che bene. Gay ora può puntare in tutta serenità al bis sui 200, in attesa di trascinare al trionfo la staffetta 4x100. E il nuovo campione del mondo gongola: "Ho messo tutte le cose insieme ed è arrivata la vittoria - il commento dell'americano - una volta sistemata la partenza, sapevo di poter fare una grande gara: nessuno ha la mia velocità di punta. I 200? Vedremo come reagirà il fisico. Per il futuro voglio il record dei 100, ma devo essere paziente e lavorare sodo a questo nuovo obiettivo". Bravissimo anche Atkins, che ha regalato alle Bahamas (ma lui è di origini giamaicane) la prima medaglia nella velocità maschile ai Mondiali.

TRIS EPTATHLON- La svedese Carolina Kluft, 24 anni, continua la serie infinita di vittorie e come già nella notte il marciatore ecuadoregno Perez, si regala il terzo oro consecutivo nell'eptathlon. La Kluft, che in carriera ha vinto anche l'Olimpiade di Atene, ai Mondiali di Parigi 2003 e Helsinki 2005, agli Europei di Goeteborg 2006, ha dominato ad Osaka, regalandosi anche il record europeo con 7032 punti (13"15 nei 100 hs, 1.95 nell'alto, 14.81 nel peso, 23"38 sui 200, 6.85 nel lungo, 47.98 nel giavellotto e 2'12"56 negli 800). Il precedente limite, 7.007, era stato ottenuto il 15 e 16 giugno 1989 a Briansk dalla sovietica Larisa Nikitina. Argento all'ucraina Lyudmila Blonska (6.832), bronzo alla britannica Kelly Sotherton (6.510). “Non so spiegare – dice alla fine delle 7 fatiche – Sono felicissima e mi rendo conto che non c’è una fine alla felicità. Lyudmila (Blonska – arrivata seconda) mi ha aiutato tantissimo in questi due giorni per dare il meglio di me. Quindi mi sono spinta al massimo. Fare il mio personale era un obiettivo importante. Fare anche il record europeo è un piccolo bonus in più”. Per lei adesso ci sarà forse la ricerca dei 7291 punti del record mondiale di Jackie Joyner come prossimo stimolo. “Ma a me piace solo divertirmi e quindi non mi do obiettivi. Certo ogni volta voglio dare il massimo quindi è ovvio che penso a progredire. Ma adesso invece penso solo a rilassarmi e riposare”
PESO – Ci ha provato Chiara Rosa e comunque un risultato positivo a casa lo ha portato: l'esperienza di una finale mondiale, dove ha chiuso 8ª con un lancio a 18.39. Il titolo si è invece giocato tutto nell’ultima serie. Per tutta la gara il 20.04 della bielorussa Nadzeya Ostapchuk l’ha tenuta al primo posto. Poi con l’ultimo lancio disponibile la neozelandese Valerie Vili ha saputo gettare il peso a 20.54 per prendersi l’oro. La reazione della Ostapchuk è stata immediata ma il suo di peso è atterrato “solo” a 20.48.
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Alto: Ciotti e Bettinelli fuori

Nella terza giornata dei Mondiali di atletica, grande attesa per la finale dei 10.000 con Bekele possibile outsider. Intanto nelle qualificazioni, gli azzurri abbattono l'asticella dei 2.29 e vengono esclusi dalla finale. A concludere la giornata i 100 femminili

OSAKA (Giap), 27 agosto 2007 - Mattina senza grandi emozioni quella di oggi, lunedì. In attesa delle finali pomeridiane (a partire dalle 12.30 in Italia). Si parte con il lancio del martello con il pubblico che andrà in visibilio per un beniamino di casa, il campione olimpico Koji Murofushi. Poi spazio ai 3000 siepi donne, specialità abbastanza recente, al secondo titolo mondiale. Altro titolo mondiale verrà assegnato sul triplo maschile con un lotto di partecipanti tutti in grado di portarsi a casa il titolo. Come raramente succede, infatti, non c'è un chiaro favorito in questa gara. In serata (alle 14.40 in Italia) sarà la solita battaglia Kenia-Etiopia sui 10000 metri, con in gara anche Kenenisa Bekele che però non ha il ruolo di favorito del passato. A concludere la giornata la finale dei 100 metri donne dove le pretendenti al titolo sono in diverse ma l'americana Torri Edwards appare in migliori condizioni. Una buona chance comunque anche per la belga Kim Gevaerts.
ALTO – C'era da saltare sopra i 2.29, misura minima di qualificazione per accedere alla finale e i due azzurri Nicola Ciotti e Andrea Bettinelli non ce l'hanno fatta. Per loro solo un buon salto a 2.26 e tre nulli a 2.29. Qualificati in 15 per la finale per una finale che sarà anche senza un vero favorito. Almeno in quattro sono candidati per la vittoria.
LUNGO – Qualificazione del lungo donne con la stessa misura della migliore in entrambi i gruppi. Da un lato la russa Lyudmila Kolchanova con 6.96 e dall'altro la portoghese Naide Gomes con lo stesso risultato. In finale anche la russa Lebedeva che tenterà la doppietta lungo/triplo. Qualificata con l'ultima misura anche la campionessa del mondo, l'americana Tianna Madison.
DISCO, 100 E 400 HS – Nessuna sorpresa nel disco femminile e nei 100 e 400 ostacoli, con tutte le migliori che hanno superato la qualificazione. Per le ostacoliste passaggio alle semifinali mentre le discobole si affronteranno mercoledì in finale.
Francesco Liello



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Bekele resta re dei 10.000
Campbell signora sprint

Nella terza giornata dei Mondiali di Osaka l'etiope vince il terzo oro iridato consecutivo. La giamaicana si aggiudica i 100 metri dopo un testa testa al millesimo con la statunitense Williams

OSAKA (Giappone), 27 agosto 2007 - Quasi 10 minuti per assegnare il titolo mondiale dei 100 a Veronica Campbell. L’occhio dei giudici ha titubato molto sull’assegnazione di chi tra lei e la statunitense Lauryn Williams aveva messo il petto davanti sul filo dell’arrivo. Alla fine il titolo è stato dato alla giamaicana con 11”01, stesso tempo dell’avversaria arrivata seconda. Fuori dal podio invece la favorita della vigilia Torri Edwards che in semifinale aveva dato l’impressione di essere la più forte. Ma come insegna anche la finale dei 100 uomini di ieri, la finale è un’altra storia. E questa volta è la storia di Veronica Campbell e della Giamaica che si riprende un titolo mondiale più che meritato. Anche il resto della giornata è stato segnato da atleti che confermano per la terza volta consecutiva il proprio titolo mondiale e piccole scaramucce in gara che forse avranno strascichi in camera di giuria.
10.000 – Kenenisa Bekele ce l’ha fatta a centrare la tripletta. Sembrava battibile e anche battuto quando mancavano due giri all’arrivo, ma alla fine ha saputo dare la zampata del campione con uno sprint degno dei suoi migliori del passato. Gli etiopi come al solito hanno giocato di squadra lasciando l’eritreo Tadese tirare per buona parte della gara. A 1200 metri dall’arrivo è stato invece il keniano Mathathi a provare a la fuga, sfilacciando il gruppo di testa. Dietro di lui si sono messi a ruota i due etiopi più forti, Bekele e Sihine. Per molti metri il keniano ha tentato invano di avere il cambio in testa alla corsa, ma gli etiopi si sono messi dietro aspettando il momento giusto per punirlo. Ed è successo subito dopo la campana dell’ultimo giro con un attacco di Sihine che a quel punto sembrava favorito visto che Bekele che appariva meno brillante. Invece ai 200 metri il pluri-irdato ha innestato la marcia in più che lo ha visto tagliare il traguardo solitario.
MARTELLO – Non una zampata, ma una spallata da campione è stata quella del bielorusso Ivan Tikhon all’ultimo lancio. Una martellata da campione ha permesso permette anche a lui di portare a tre consecutivi i suoi titoli mondiali con un lancio da 83.63 metri. Ma fino a quell’ultima serie per la vittoria sembrava esserci il nome nuovo, lo sloveno Kozmus che con il suo terzo lancio a 82.12 aveva condotto la gara fino a quel punto. Ma Tikhon si è fatto sentire quando è servito. Kozmus ha provato anche a rispoondere, migliorando la misura che aveva fino a quel momento, ma con 82.29 si è dovuto acontentare dell'argento davanti allo slovacco Charfreitag.
TRIPLO – Il nome nuovo è invece arrivato nel triplo con il portoghese Nelson Evora che con un salto da 17.74 metri ha stabilito anche il record nazionale. Evora, nome noto in Capo Verde, anche per la più famosa cantante Cesaria, è infatti di padre delle isole sulla costa africana occidentale (ex colonia portoghese) mentre la madre è della Costa d’Avorio. Il giovane, cresciuto nel paese africano ha però mantenuto la cittadinanza del Portogallo. Evora, 23enne, ha battuto atleti più quotati quali il brasiliano Jadel Gregorio (17.59) e lo statunitense Walter Davis (17.33).
1500 METRI – Le seminali dei 1500 metri hanno anche visto i migliori andare avanti. Una vinta bene da Rashid Ramzi, in cui l’azzurro Christian Obrist è arrivato al decimo posto e quindi eliminato e l’altra vinta da Bernard Lagat e caratterizzata da controverso contrasto nel finale tra il francese Baala e il marocchino Baba con quest'ultimo caduto.
400 – Non è riuscita l’impresa di arrivare in finale a Daniela Reina ma onestamente non era alla sua portata. Ha finito in 51”99, primato stagionale, quasi un secondo più lenta dell’ultima delle finaliste. La sorpresa della giornata è arrivata però dalla britannica Sanders che si è notevolmente migliorata fino a 49”77, secondo miglior tempo delle semifinali dietro alla giamaicana Williams.
Francesco Liello



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Claretti, martellata da finale

Con un lancio a 69.53 l'azzurra supera le qualificazioni nella quarta giornata dei Mondiali di Osaka. Barberi fuori in batteria nei 400 che promettono scintille. Bene Gay nella serie dei 200 dove brilla il greco Gousis

OSAKA (Giappone), 28 agosto 2007 - Mattinata della quarta giornata dei Mondiali caratterizzata da una splendida serie dei 400 metri maschili che promettono scintille e da una buona qualificazione di Clarissa Claretti in finale del martello.
400 - Primo turno con 7 batterie e nessuna eliminazione clamorosa. Esce di scena l’azzurro Andrea Barberi che, nonostante il suo miglior tempo stagionale (45”74), è arrivato solo quinto della sua batteria a 3 decimi dall’ultimo dei 3 ripescati. In gara si sono comunque fatti notare anche nomi nuovi come il bahamense Chris Brown (44”50). In quarta batteria lo statunitense LaShawn Merritt con 44”78 ha trascinato lo svedese Johan Wissman al primato nazionale (44”94). Facile vincitore anche Jeremy Wariner che nella sua batteria si è accontentato di un 45"10 in scioltezza.
MARTELLO – Ha sofferto fino all’ultimo Clarissa Claretti per ottenere un postoin finale. Due nulli ai primi due lanci e poi è riuscita a scagliare l’attrezzo a 69.53, misura che le permette di essere ripescata tra le 12 finaliste. Qualificate direttamente con la misura minima di 71 metri sono state solo 2 nel primo gruppo e 3 nel secondo: la croata Brkljacic (74.69) e la tedesca Heidler (72.27) per il gruppo A e la cubana Moreno (72.87), la giovane cinese Zhang Wenxiu (71.31) e l’irlandese O’Keefe (71.07).
200 – si sono svolte anche le batterie del primo turno dei 200 metri con il neo campione del mondo dei 100, Tyson Gay che ha vinto la sua in 20”46. Il miglior tempo è stato 20”11 del greco Gousis. Pubblico in delirio per il beniamino di casa Shingo Suetsugu che ha superato il turno.
QUARTA GIORNATA - Le gare del pomeriggio inizieranno con il tentativo di Yelena Isinbayeva di confermare il titolo mondiale ottenuto due anni fa a Helsinki. A seguire ci sarà la finale del lungo femminile dove potrebbe arrivare un’altra novità con la portoghese Gomes (sarebbe il secondo oro per il Portogallo dopo il triplo di Evora) anche se le tre russe in gara non saranno facili da battere; difficile invece che la campionessa uscente Tianna Madison (Stati Uniti) possa confermarsi. La finale del disco è solo una sfida tra il più esperto e medagliato Alekna (Bielorussia) e il più giovane estone Kanter. Nei 3000 siepi è prevista la solita sinfonia keniana con i marocchini, il francese Tahri e lo svedese Mohamed che tenteranno di fare da guastafeste. A proposito di Kenia chissà che una sorpresa non arrivi dagli 800 femminili, gara che si annuncia combattuta e nelle cui semifinali destato ottima impressione Janeth Kipkosgei. A concludere la giornata numero 4 dei mondiali di Osaka ci saranno i 400 ostacoli. Felix Sanchez sembra essere nuovamente in grado di poter mettere il suo sigillo sul terzo mondiale consecutivo, ma dovrà vedersela da avversari temibili come gli statunitensi Clement e Carter.
Francesco Li
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Osaka incorona la Isinbayeva
E' sempre lei la numero uno

Nella 4ª giornata dei Mondiali la 25enne russa si conferma iridata nell'asta e tenta invano il primato della specialità a 5.02. Clement vince i 400 ostacoli, tripletta keniana nei 3000 siepi e successo della Lebedeva nel lungo

OSAKA (Giappone), 28 agosto 2007 - Russia e Kenia sono state le mattatrici della quarta giornata dei mondiali. Due ori e due triplette per entrambe le nazioni. Uno, due e tre nel lungo e oro nell’asta femminile per la Russia; 800 donne e bottino pieno nei 3000 siepi per il Kenia. Gli altri due ori sono finiti all’Estonia con Kanter nel disco che ha finalmente battuto il plurimedagliato Alekna (finito solo quarto) e agli Stati Uniti con Kerron Clement sui 400 ostacoli.
ASTA – Le è bastato saltare a 4,80 metri per vincere. Tre soli salti, il primo a 4.65, un nullo a 4.80 seguito da un salto valido. Tanto è stato sufficiente a Yelena Isinbayeva per portarsi a casa un nuovo titolo mondiale. Già 2 anni fa a Helsinki fece cosa simile con 3 soli salti, ma tutti validi a 4.50, 4.60 e 4.70 per poi trovare il record del mondo a 5.01. Due anni fa andò bene il secondo tentativo, quest’anno invece l’appuntamento col nuovo record mondiale è stato rimandato ad altra data.
400 OSTACOLI – Ha dominato togliendo il titolo iridato dalle spalle di Felix Sanchez. Lo statunitense Kerron Clement diventa quindi il nuovo re della specialità con un eccellente 47”61, miglior tempo stagionale. Il giovane talento americano, nato a Trinidad nel 1985 (a fine ottobre compie 22 anni) ha così coronato una carriera iniziata molto presto. Aveva spesso mancato i grandi appuntamenti per il suo problema di non essere in grado di affrontare gli ostacoli con tutte e due le gambe, trovandosi spesso in difficoltà nel rettilineo d’arrivo. Ma questa volta ha tenuto bene anche se nell’ultimo ostacolo sembrava che Sanchez potesse raggiungerlo. Clement ha però chiuso di potenza aggiudicandosi il titolo mondiale. Il dominicano comunque, anche se non è riuscito a fare il tris, ha dimostrato di essere tornato in gran forma. Terzo posto inaspettato per il polacco Plawgo che ha tolto la medaglia al favorito della vigilia James Carter.
800 METRI – 24 anni da compiere a dicembre: è Janeth Kepkosgei uno dei nomi nuovi di questi campionati del mondo. Ha vinto la gara con carattere e determinazione, quasi carismatica. Keniana, si allena con il team del dottor Gabriele Rosa che già molti campioni ha sfornato. In semfinale aveva dimostrato di avere talento da vendere e in finale ha fatto un vero e proprio assolo. Partita subito in testa non si è mai fatta raggiungere. Ai 600 metri ci ha provato l'eterna Maria Mutola, prima di fermarsi per un guaio muscolare, ma la keniana non solo ha saputo resistere ma anche a fare un cambio di marcia e vincere con sicurezza. Nel finale la marocchina Hasna Bendassi ha tentato di prenderla, invano. La vera curiosità è che sul podio non è salita neanche una delle mezzofondiste russe o del vecchio blocco dell’est Europa. Infatti terza all’arrivo è stata la spagnola Mayte Martinez.
LUNGO – Forse il sogno di fare la doppietta lungo/triplo per Tatyana Lebedeva si riuscirà a realizzare in questo mondiale. Intanto ha messo il primo mattone vincendo bene il salto in lungo. Due salti identici a 7.03 metri, il secondo e il terzo. Sola a superare i 7 metri, Lebedeva deve adesso vincere il triplo che però è la specialità in cui è più forte. Anche se già all’Olimpiade di Atene, nel 2004, prima vinse il salto in lungo con 7.07, ma poi si vide superare dalla camerunese Mbango e dalla greca Devetzi. Alle spalle della Lebedeva l’altra russa Kolchanova (6.92) e Kotova (6.90). La portoghese Gomes non è riuscita a guastare la festa.
DISCO – Finalmente ce l’ha fatta Gerd Kanter, ha vinto il titolo mondiale battendo tutti con un lancio a 68.94 metri. Molto sottotono invece l’altro favorito Virgilius Alekna arrivato sulla soglia del podio: il lituano ha chiuso quarto con un lancio di 65.24, non degno della sua portata. Argento al tedesco Harting e bronzo all’olandese Smith.
3000 SIEPI – Tripletta keniana ancora una volta non di difficile previsione. Battuto però il campione del mondo in carica Ezekiel Kemboi e oro al connazionale Brimin Kipruto; terzo Richard Mateelong. Per buona parte della corsa lo svedese Mustafa Mohamed aveva tentato di forzare i ritmi per fare una gara più consona al suo stile, ma non ha potuto fare meglio che arrivare quarto. Quinto il francese Tahri.
200 METRI, 100 OSTACOLI E 400 OSTACOLI – I quarti di finale dei 200 maschili hanno mostrato il giamaicano Usain Bolt in forma strepitosa, correndo bene e rilassato in 20”13. Ma anche la risposta del campione del mondo dei 100 Tyson Gay è stata forte (20”08). Da vedere quanto la stanchezza possa influenzare la sua gara visto che Bolt sembra pronto a mordere e vendicare il connazionale Asafa Powell. Le semifinali dei 100 ostacoli hanno promosso tutte le migliori. La capolista stagionale e campionessa del mondo in carica Michelle Perry (Usa) ha segnato il tempo migliore con 12”55 ma anche bene sono andate la canadese Felicien e la svedese Sanna Kallur. Nei 400 ostacoli è l’australiana Jana Pittman a fare il miglior tempo (53”57) e a candidarsi per il titolo.
Francesco Liello



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Osaka: Howe vola in finale

Nella 5ª giornata dei Mondiali il lunghista azzurro, campione europeo in carica, supera le qualificazioni con 8.17 al secondo salto: "Per le medaglie saremo in quattro" il suo pronostico. Eliminata la Bani nel giavellotto

OSAKA (Giappone), 29 agosto 2007 - Missione compiuta: Andrew Howe supera lo scoglio delle qualificazioni e si qualifica per la quinta finale iridata del lungo. Così nella mattinata di gare della quinta giornata dei Mondiali:
LUNGO – In pedana Howe ha bisogno di due salti (primo tentativo nullo) per qualificarsi per la finale. Salto in sicurezza a 8.17, 2 centimetri più della misura di qualificazione che lo proietta direttamente in finale. Andrew fa tutto per bene in questa mattinata di mercoledì. Molto soddisfatto alla fine della gara Howe ha commentato positivamente la prova: "Sto bene e ho fatto quello che serviva. Adesso in finale vedremo, credo che ce la giochiamo”. Sugli avversari ammette che per le medaglie sarà una sfida a quattro 4: “Si, penso che sia tutto tra Saladino, Phillips, Mokoena e me”. Lasciando fuori il giamaicano Beckford che comunque con 8.22 ha dato l’impressione di essere tornato ad alto livello. Sulla gara di Saladino, Howe commenta: “L’ho visto un po’ appesantito ma non si può dire. Sono le 10 del mattino e quindi è da vedere come starà in finale”. Anche se l’impressione è che Howe sia invece molto felice di questo visto che 2 giorni fa aveva dichiarato che era nelle qualificazioni che si sarebbe visto il vero stato fisico di tutti. Se così fosse allora la lotta al titolo sembrerebbe una storia tra il sudafricano Mokoena e lo statunitense Phillips che sono apparsi i due più in forma. Ma come si sa, poi la finale è sempre un’altra storia.
GIAVELLOTTO – Niente finale invece per Zahra Bani che ha scagliato il giavellotto a 59.02 metri. Le sarebbe servito un metro in più per qualificarsi. Grande rammarico nelle sue parole a fine gara: “In quel primo lancio stavo proprio bene, ero rilassata. Non ho neanche voluto forzare e adesso sono qui che mi mangio le mani. Stavo davvero bene. Poi non so, ma è solo un fatto di testa. Nel secondo lancio sono andata in tilt e nel terzo non ho ritrovato la serenità del primo. Se solo avessi forzato in quel primo lancio adesso potrei festeggiare invece sono qui a disperarmi".
200 E 110 OSTACOLI – Primo turno per queste tre gare e niente di sorprendente. Migliore dei 200 è stata la statunitense Allyson Felix, campionessa uscente; in gara anche Sanya Richards, esperta dei 400 che per una giornata storta ai trials ha mancato la qualificazione nella sua specialità e ha quindi ripiegato sulla distanza più corta. Nei 110 ostacoli da notare solo la brutta partenza del campione del mondo in carica, il francese Ladji Doucouré che ha dovuto faticare per qualificarsi. Bene i cinesi con il campione olimpico Liu Xiang ma anche con Shi Dongpeng che ha fatto segnare il tempo migliore (13”22).
LE FINALI DELLA GIORNATA – Si inizia con il disco femminile e con l’alto maschile. Il nome nuovo potrebbe essere quello dello svedese Thörnblad, ultimo erede di una stirpe importante di saltatori in alto da Sjöberg a Holm (ancora in gara qui a Osaka). Ma, come hanno dimostrato le qualificazioni, il livello è molto equilibrato. Equilibrata anche la finale dei 400 metri donne con chance di medaglia anche per l’esperta Guevara. Finale dei 1500 maschili giustamente senza il francese Baala che ha dato schiaffi per farsi spazio in semifinale e riqualificato il marocchino Baba finito a terra a causa del francese. A giocarsi il titolo sembrano essere Ramzi, già campione del mondo due anni fa e il keniano naturalizzato statunitense Lagat. In gara anche le azzurre Magdelin Martinez nella qualificazione del triplo e Silvia Weissteiner nelle batterie dei 5000 metri. E, come contorno di lusso, le semifinali dei 200 e dei 400 metri maschili.
Francesco Liello



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La Martinez come Howe
Bolt e Gay accendono i 200

Nella 5ª giornata dei Mondiali la triplista di origini cubane imita Andrew e si qualifica per la finale grazie a un 14.62 al primo salto. Il giamaicano vince la sua semifinale in 20"03, lo statunitense risponde con 20"00

OSAKA (Giappone), 29 agosto 2007 - Giornata ricca la quinta ai Mondiali e anche felice per i colori azzurri che, dopo Howe, ottengono le qualificazioni in finale di Martinez e Weissteiner.
TRIPLO – Magdelin Martinez si qualifica bene per la finale. Un solo salto, ma a 14,62 ovvero 22 centimetri oltre la misura di qualificazione. L’azzurra è sembrata in forma eccellente e potrà quindi dire la sua anche in finale, magari per un posto sul podio: “Io sto benissimo – ammette – e ho fatto quello che dovevo fare. Adesso arriva la finale e spero vada bene. Io mi sento convinta come quando ho preso il bronzo a Parigi”. La sua buona condizione pare le arrivi da nuovi modi di allenamento: "Ho lavorato molto sulla tecnica e adesso mi sento più leggera”. Martinez con il suo salto, è comunque la terza tra le qualificate con la sola greca Devetzi ad andare oltre i 15 metri (15.09). Seconda la cubana Savigne, altra candidata all’oro, con 14.67.
200 - Eccellente testa a testa tra Usain Bolt e Tyson Gay nelle semifinali dei 200: il giamaicano ha vinto la prima semifinale in 20"03 senza forzare e lo statunitense ha risposto con un 20"00 che sarebbe stato un tempone se gli utlimi 20 metri non fossero stati corsi col freno tirato. Tutto secondo copione nei quarti femminili con la giamaicana, naturalizzata statunitense, Sanya Richards autrice dl miglior tempo (22"31).
400 – Semifinali scoppiettanti che promettono una finale davvero mozzafiato venerdì. Nella prima serie Angelo Taylor ha fermato il cronometro a 44”45, trascinando lo svedese Johan Wissman a un nuovo record nazionale con 44"56. Nella seconda serie Jeremy Wariner ha risposto in maniera convincente, fermandosi nel finale con un crono di 44”34. Dietro di lui la sorpresa bahamense Chris Brown. Nella terza semifinale ancora un ottima prestazione a 44”31 per lo statunitense Lashawn Merritt che porta il francese Lesile Djhone al record di Francia (44”46). Ripescati in finale anche il canadese Tyler Christopher e l’altro bahamense Avard Moncur.
400 DONNE - Manca Sanya Richards ma dal risultato finale non si sente. Onore all’Inghilterra che riesce a fare doppietta oro-argento, impresa riuscita prima solo alla Cecoslovacchia della Kratochvilova. Vince Christine Ohuruogu, recuperando nel finale sulla giamaicana Novlene Williams che finisce poi terza. Secondo posto a Nicola Sanders. La vincitrice è stata da poco riammessa alle gare (il 5 agosto scorso) dopo 1 anno di squalifica per aver saltato, nel 2006, 3 controlli antidoping consecutivi.
1500 – Vince lo statunitense di origine keniana Bernard Lagat che finalmente ottiene un risultato importante. Secondo all’Olimpiade di Atene 2004 per i colori del Kenia. Secondo anche ai mondiali di Edmonton nel 2001 e terzo ai Giochi di Sydney 2000. Sempre sul podio quindi ma per la prima volta ottiene la medaglia più preziosa, a quasi 33 anni. Lagat, con il tempo di 3’34”77 ha battuto Rashid Ramzi (Bahrein - 3’35”00) e il keniano Shedrack Korir (3’35”04). A secco uno dei favoriti, l’altro statunitense Alan Webb, finito ottavo. Al quarto posto il giovanissimo keniano (solo 18 anni) Asbel Kiprop.
ALTO - Podio inedito. A vincere è stato Donald Thomas dalle Bahamas con 2.35 superato al primo tentativo. Stessa misura anche per il russo Rybakov, unico nome noto, e il cipriota Ioannou. Subito eliminati invece due dei favoriti: lo svedese Linus Thornblad con 3 nulli a 2.21m e il russo Andrey Silnov, campione europeo lo scorso anno a Göteborg.
100 OSTACOLI – La statunitense Michelle Perry si conferma campionessa del mondo, dopo Helsinki 2005. Anche in questa gara, come nei 100 piani, è stata una gara giocata al filo di lana con tutte le migliori in una manciata di centesimi. Per buona parte della gara è sembrato che la svedese Susanna Kallur potesse battere le americane, ma alla fine è stata la statunitense a tagliare per prima il traguardo in 12”46. A tre centesimi è arrivata la canadese Perdita Felicien e attaccata anche la giamaicana Delloreen Ennis-London che ha battuto la Kallur, per il bronzo, di un solo centesimo.
DISCO – Titolo senza sorprese per la tedesca Franka Dietzsch che ha fatto atterrare il suo disco a 66.61 metri. Alle sue spalle arrivano la russa Darya Pishchalnikova con 65.78 e la cubana Yarelis Barrios con 63.90.
5000 – Ottima prestazione di Silvia Weissteiner che centra la finale con un buon tempo di 15’15”74. Undicesima tra le due batterie e prima delle ripescate.
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Howe, argento da record
"Lo inseguivo da due anni"

All'ultimo salto, Andrew balza a 8.47, primato italiano, e il panamense Saladino risponde all'azzurro con uno spettacolare 8.57. E' la prima medaglia della spedizione italiana. Nei 200 Gay fa doppietta con 19''76, davanti a Bolt

OSAKA (Giappone), 30 agosto 2007 – Emozioni. Emozioni allo stato puro quelle vissute sia dagli italiani che da tutti gli appassionati di atletica in questa serata della sesta giornata dei Mondiali di Osaka. Due atleti veri hanno combattuto fino all'ultimo salto nel lungo e due atleti veri si sono giocati i 200 metri sotto i 290 secondi. Hanno vinto i favoriti ma i secondi non sono stati da meno.
HOWE D'ARGENTO – Era una gara quasi addormentata fino all'ultima serie di salti ma i campioni in verità non dormono mai. E come aveva detto Andrew Howe, lui ha fatto il "serpente nelle acque" ed ha colpito quando ha dovuto. Solo che di fronte non ha trovato la preda impotente ma ha trovato una "bestia" con vero carattere. Se Howe è stato grandioso, ancora più grandioso è stato Irving Saladino. Il panamense vince la medaglia d'oro con il suo nuovo primato personale di 8.57, una misura che centra perfettamente la media delle misure che hanno assegnato l'oro nelle 10 precedenti edizioni iridate. Ma è storica, straordinaria, la prestazione di Andrew Howe, che all'ultimo tentativo si era portato in testa con 8.47, nuovo record italiano (precedente Evangelisti 8.43, 6/05/1987). E probabilmente deve anche ringraziare l'ucraino Lukashevych che ha smosso le famose acque dove "dormiva" il serpente Howe. L'ultimo salto a 8,25 dell'ucraino ha fatto reagire l'azzurro: "Ma no! Stavo reagendo per conto mio… ma forse sì, dai, visto che l'ho sempre battuto e non ci stavo che mi avesse tolto il bronzo" dice Howe. E lì ha saputo tirar fuori il carattere che si addice ad un vero campione. Un salto che lo ha fatto sperare di diventare campione del mondo.
SALADINO D'ORO - Una speranza durata qualche minuto in più per la premiazione dei 400 ostacoli femminili che ha fermato Saladino all'ultimo salto. "Sapevo che questo lo avrebbe aiutato a rilassarsi – continua Howe – per poi tirar fuori il salto della vita. E così ha fatto! E' un vero campione". Anche Saladino ammette di non aver sofferto per la pausa: "Del salto di Howe a 8,47 non me l'aspettavo, lo ammetto. Pensavo di aver vinto. So che Howe era pericoloso ma in quel momento pensavo di aver vinto. Poi c'è stato il suo salto e quindi ho dovuto ritrovare forze e concentrazione e sono felice che sia andata alla meglio. Non posso chiedere di più". L'azzurro chiude al 2° posto, miglior prestazione di sempre in campo maschile e consegna all'Italia la prima medaglia di questa spedizione. Un argento che, comunque, consentirà di chiudere questi Mondiali meglio di Helsinki 2005, dove il solo Schwazer arrivò al bronzo.
GAY VINCE I 200 – Altra gara memorabile quella dei 200. Si sapeva che la sfida era Tyson Gay – Usain Bolt e così è stato. Ma per battersi hanno dovuto correre veloce e andare entrambi sotto i 20 secondi. Ha vinto, confermando quindi il titolo mondiale dei 100 diventando il terzo a fare doppietta, dopo Maurice Greene (Siviglia ’99) e Justin Gatlin (Helsinki 2005). Tyson Gay ha quindi salvato lo sprint americano arrivato qui distrutto e quasi senza squadra. Ma sono bastate le sue corse per far dimenticare che le speranze di vedere gli USA vincere la staffetta sono per la prima volta nella storia, davvero minime. Sarà forse la medaglia che riuscirà a rendere la pillola meno amara per la Giamaica. Tyson Gay che si allena per procura con il suo allenatore Lance Barman finito in carcere per truffa e sta finendo di scontare la pena di un anno. A seguirlo in Giappone l’ex velocista Jon Drummond che si occupa anche delle staffette USA. Gay diventa quindi la nuova stella dello sprint mondiale con un crono davvero memorabile sui 200 metri: 19''76 che non è il suo personale (vanta un 19''62 corso a Indianapolis a giugno) ma che migliora il record dei campionati che apperteneva a Michael Johnson (19''79 di Goteborg '95).
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Howe, faccia d'argento



Bocca spalancata e sorrisi sul podio per la prima medaglia azzurra nei Mondiali di Osaka. Dopo la festa a Casa Italia una dormita da record, i ringraziamenti e un auspicio calcistico: "Lazio, regalami la semifinale di Champions League"

OSAKA (Giappone), 31 agosto 2007 - Bocca spalancata, ma stavolta niente urla. E' l'espressione dell'incredulità quella che accompagna Andrew Howe sul podio di Osaka, per ricevere dalle mani del primatista mondiale Mike Powell l'argento più bello che si potesse immaginare. Anche se sul gradino più alto Howe resta soltanto pochi secondi a beneficio dei fotografi, il 22enne reatino è apparso felice e sorridente, abile nel non farsi sorprendere dall'emozione (leggi lacrime).
NOTTE DA RECORD - Per la sua prima notte da vicecampione del mondo, Andrew Howe si è regalato una lunga dormita. Battuto solo da un grande Saladino, il neo-primatista italiano ha festeggiato a Casa Italia, poi all'alba ("erano le tre") è andato a dormire e si è svegliato a mezzogiorno, ora di Osaka. Per lui subito nuovi obblighi, una premiazione del Laureus, davanti ai vertici dirigenziali della Iaaf, una stretta di mano all'altro 'decorato' Donald Thomas, il saltatore in alto delle Bahamas ex giocatore di basket, poi un incontro a cura del suo sponsor Nike, lo stesso dell'Inter campione di calcio. Da questo patrocinio in comune nacque il momento dell'incontro che ci fu a Brunico con la squadra nerazzurra, "per la quale comunque tifa mia madre. Io ho una forte simpatia per Mancini, che ammiravo tantissimo da calciatore quando giocava nella mia Lazio".
RINGRAZIAMENTI - A Osaka Andrew si è scoperto campione autentico, non è più l'adolescente che sognava di emulare il figlio del vento Carl Lewis. "Credo che quella fase sia finita l'anno scorso quando ho vinto gli Europei a Goteborg - dice Howe - e adesso devo capire se, rispetto ai miei avversari, sono ancora preda o cacciatore. Diciamo che mi sento una gazzella, che si alza e sa che dovrà correre più veloce del leone. Però in una situazione come quella di ieri, quando bisogna dare tutto all'ultimo salto, mi sento anch'io una bestia feroce". Che ancora non si rende bene conto della sua impresa, visto che non ha avuto modo di ricevere i complimenti che in tanti avrebbero voluto fargli. "So che ce ne sono stati molti da parte dei politici - dice l'azzurro - e spero che siano stati sinceri. Di sicuro c'è che conosco Veltroni e tra noi c'è stima. Andammo insieme a Nairobi nel 2001 per promuovere la candidatura di Roma (per i Mondiali 2005 poi assegnati a Helsinki n.d.r.) e feci ridere tutti perchè gli chiesi se era di destra o di sinistra: la verità è che io di politica non capisco nulla".
LUNGO DIVERTIMENTO - A parte i rappresentanti dell'arco costituzionale e delle amministrazioni locali, per Howe nessun messaggio da parte degli amici: non gli funziona il telefonino, e nè sponsor nè federazione gliene hanno fornito uno di riserva. Andrew Howe è la nuova generazione di campioni, quella che con Saladino, di soli due anni più vecchio (22 contro 24), ha preso il posto che era di statunitensi e cubani. "Ma non è che gli altri andranno in pensione - ride Howe - penso che presto Mokoena cercherà di prendersi la rivincita. Diciamo che adesso è il momento dei latini. Io ho il vantaggio che il gusto per il salto ce l'ho dentro: per me è ancora un divertimento". Questa medaglia, frutto prima di tutto del talento, è merito di sua madre, come dice Evangelisti, o della Fidal? "Di entrambi - risponde - mamma ha scelto l'Italia perchè così è andata la sua vita, ma da quando gareggio la federazione mi è sempre stata molto vicina". Finisce con un sogno in chiave calcistica: "La mia Lazio deve arrivare almeno nelle semifinali di Champions".
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Schwazer, bronzo di rabbia

Nella 50 km di marcia, l'altoatesino conferma la medaglia di Helsinki 2005, ma questa volta non esulta. "So di essere il più forte, ma poi non vinco". Cambia ritmo troppo tardi, oro all'australiano Deakes

OSAKA (Giap), 1 settembre 2007 - Penultima mattinata del mondiale quasi del tutto dedicata alla lunga fatica della 50 km di marcia. E per l’Italia arriva una nuova medaglia, questa volta di bronzo e anche tanto rammarico, a giudicare dalla reazione di Alex Schwazer. Una medaglia che comunque per l'altoatesino conferma il bronzo di due anni fa e, sempre rispetto ad Helsinki, migliora il bottino azzurro ai mondiali, in attesa di vedere Antonietta Di Martino domani nell’alto.
50 KM MARCIA – Ha chiuso arrabbiato, con il rammarico di non aver provato ad attaccare prima. Così Alex Schwazer ha concluso la sua fatica sui 50 km in 3h44'38". Buttando a terra il cappellino dopo il traguardo, piangendo quasi disperato per l’occasione persa: “So di essere il più forte, ma poi il più forte è quello che vince quindi non sono io”. Era convinto di potercela fare e vederlo con ancora sufficienti energie dopo l’arrivo lo conferma. Era tanto convinto che si era tagliato la barba il giorno prima “perché non volevo essere il più brutto campione del mondo”. Alla fine è stato sconfitto dalla poca esperienza. È stato frenato dalla paura del caldo e di non reggere a ritmi troppo alti, ma negli ultimi chilometri recuperava metri ai due battistrada. Finendo a meno di un minuto mentre in gara il distacco aveva raggiunto anche i 2’45” intorno al 30° km. Ragionando dopo la gara ammette che il suo problema era proprio di esperienza: “Era la mia prima gara in condizioni atmosferiche come queste e sono andato troppo piano all’inizio. Alla fine avevo ancora molta energia ed è questo il più grande rammarico. Fossi partito prima avrei potuto vincere”. A vincere è stato invece l’australiano Nathan Deakes in 3h43'53", primatista del mondo sulla distanza e secondo è arrivato il francese Yohann Diniz (3h44'22"), campione d’Europa lo scorso anno a Göteborg. Diciottesimo Diego Cafagna mentre si è ritirato Marco De Luca. Una 50 km che quindi potrà servire di grande e importante bagaglio d’esperienza per Schwazer, pronto a metterla a frutto già dal prossimo anno all’Olimpiade.
STAFFETTA 4x100 – Come per gli uomini, si tratta solo di una sfida Usa-Giamaica quella della staffetta veloce femminile. E se la staffetta non è mai cosa certa, vista la difficoltà dei cambi, sembra che la lotta sia solo per l’assegnazione del bronzo. In semfinale le statunitensi, senza la campionessa mondiale dei 200 (che sarà invece in finale) e senza Torri Edwards, hanno fermato il cronometro a 42”24, miglior tempo mondiale della stagione. Più lontano le giamaicane con 42”70, ma anche loro senza la campionessa del mondo Veronica Campbell. Sorprende l’eliminazione della Francia che ambiva a una medaglia, con in pista Arron e Hurtis ma rimaste fuori dalla finale. Con la squalifica della Germania per un cambio fuori zona, entra in finale, a sorpresa la Cina che non ha mai fatto grandi cose nella velocità femminile.
DECATHLON – La prova più dura e lunga dell’atletica ha superato il giro di boa con la sorpresa del giamaicano Maurice Smith in testa con 6431 punti dopo le sette prove della prima giornata. Ma è prevedibile il recupero del ceco Roman Sebrle, ora terzo a 6210, che va di solito più forte nella seconda giornata. Una sfida, questa del decathlon che comunque promette di finire sul filo di lana dell’ultima gara dei 1500 metri.
Francesco Liello



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